Gennaio 7, 2023 Redazione

Quando la creatività incontra il senso pratico e il desiderio di creare qualcosa di bello e tangibile,
nasce la figura dell’interior designer. Ma perché scegliere questa professione? Cosa ti rende un
potenziale interior designer? E soprattutto, come diventarlo?
In Italia brilliamo per gusto ed artigianato di lusso, al punto che in tutto il mondo si ricerca il Made
in Italy come sinonimo di qualità e prestigio. Eppure il mondo dell’artigianato non viene ancora del
tutto preso in considerazione quando, alla fine delle scuole superiori, bisogna attuare una scelta
fondamentale che condizionerà il proprio futuro: che cosa farò da grande?
Non tutti sono votati allo studio teorico e profondamente intellettuale degli studi umanistici, o
matematici, non tutti vogliamo diventare medici o ingegneri …Ci sono persone in cui predomina il
senso estetico, la creatività e la fantasia, ma anche persone in cui predomina uno spirito pratico che
ami la materialità e soprattutto la manualità, il fare cose e vedere i frutti del proprio lavoro.

Ecco, queste sono le caratteristiche fondamentali per diventare un interior designer. Si tratta infatti di una
figura creativa portata a inventare ambienti e suggestioni che coinvolgano gli abitanti di quello
spazio sia dal punto di vista fisico che emotivo. Avete presente quella sensazione magica quando si
entra negli spazi Ikea e tutto sembra assolutamente perfetto? Se voi siete tra quelli che pensano a
come migliorare quegli spazi allora forse avete lo spirito dell’interior designer. Certo, non è solo
questione di gusto ed estetica: non basta avere stile, anche se è sicuramente una caratteristica
fondamentale di questo professionista, ma è necessario anche avere un occhio progettistico,
visualizzare gli spazi in tutta la loro complessità, ed analizzare le necessità del cliente, la
funzionalità degli spazi . Infatti l’interior designer non è solo un arredatore di interni, ma un vero e
proprio progettista degli spazi d’interni, che inventa ambienti in cui vivere, abitare e lavorare
instaurando un rapporto armonico con lo spazio. L’interior designer si occuperà di scegliere il
moodboard che caratterizza questo o quell’ambiente, dovrà avere nozioni di impiantistica, norme
sanitarie e della sicurezza, e sicuramente dovrà avere confidenza con le esigenze e soprattutto le
problematiche di un cantiere. La sfera materica rappresenta la grande soddisfazione di un interior
designer, che potrà scegliere tra i materiali più disparati, toccando con mano quella che sarà l’anima
di un ufficio, un negozio, una casa e, perché no, anche di un mobile.
È fondamentale inoltre trovare la propria area specialistica che può spaziare dalla progettazione di
mobili di design, per cui noi italiani costituiamo un vero e proprio primato, alla progettazione di
spazi espositivi e museali, o magari di alberghi, ristoranti o addirittura di scenografie
cinematografiche. Gli ambiti di specializzazione sono moltissimi, andando incontro davvero a tutti i
gusti e specifiche propensioni, e proprio per questo specializzarsi in una nicchia permette
all’interior designer di crearsi la propria eccezionalità e quindi motivo di ricercatezza ed esclusività.

Gusto, inventiva, creatività, ma come si diventa in effetti interior designer?
Per chi non desidera diventare prima architetto per poi specializzarsi in Interior design, ci sono
diverse accademie, istituti e scuole specifiche che formano questo genere di professionisti. Bisogna
scegliere una vera Accademia, di cui si possano valutare diversi aspetti, primo fra tutti l’esperienza
pratica: l’interior design, come tutte le professioni artigiane, si basa sulla manualità, sull’esperienza
diretta più che sullo studio teorico. Questo perché ci sono cose impossibili da confinare tra le pagine
di un libro e che difficilmente si possono raccontare in maniera esaustiva con il solo utilizzo delle
parole: per certe cose ci vogliono le mani, il tatto e la vista, ci vogliono le suggestioni che solo
l’esperienzialità può fornire, oltre a un dialogo continuo con professionisti affermati che
accompagnino lo studente attraverso le prime esperienze che si devono necessariamente
concretizzare nell’ambito di uno stage lavorativo, possibilmente specializzato nell’ambito prescelto
dal futuro interior designer.
Bisogna quindi iniziare con un percorso formativo che comprenda gli ambienti piu’ familiari, quelli
delle abitazioni, un percorso che avvicini alla progettazione anche tramite Cad. Un percorso che
non necessariamente debba essere lungo, ma deve essere gestito da veri professionisti del
settore. Deve racchiudere tutte le informazioni fondamentali per creare un progetto e debba mettervi
in grado di progettare sia manualmente che con un CAD d’arredamento.

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